martedì 21 febbraio 2012

SARDEGNA, ti amo MA NON TI CAPISCO

le contestazioni a Napolitano mi hanno sbalordito ma, soprattutto hanno confermato che io di questa isola meravigliosa non capisco niente. Certo sono condizionato dal mio passato di non nato qui, eppure di vostri conterranei ne ho conosciuti molti là dove abitavo, fosse Bologna, o Trieste, o persino Brescia o forse come sempre accade chi emigra spesso ha una marcia in più. Possiede cioé quel quantum di energia che lo spinge a togliersi di torni i lacci e i condizionamenti del territorio.
e parliamo di quelle piccole cose che pur in qualche modo conosco. Tutelati da grandi nomi di politici di origine sarda forse non vi siete accorti che il sistema industriale che vi hanno cucito addosso era utilissimo per richiamare voti ma era un vestito inadatto al futuro. Industrie più o meno pubbliche a discreta intensità di manod’opera purché fosse poco qualificata, proprio come oggi si trova in molte altre zone del pianeta terra. E, ovviamente a minor costo. E non parliamo della salubrità di questi insediamenti, praticamente da rifare non appena la normativa europea lo viene a sapere.
la scuola! beati cantori salmodianti molto bravi in latino, greco e sardo antico. Poco o nullo il contributo di scuole tecniche, quelle vere. Quelle dei periti con i coglioni con cui ho lavorato in Emilia. Le industrie non si fanno con le facoltà di medicina, quella medicina che costituisce uno dei più forti poteri non solo di Cagliari ma di tutta l’isola.
con tutti i limiti, dell’uomo, mi era sembrato che Soru avesse lo sguardo al futuro, poi il suo stesso partito lo ha buttato fuori. Un caratteraccio, forse pure interessi divergenti, di certo ho avuto l’impressione che rompesse un equilibrio fra le variagate maggioranze sparse tra i tanti enti locali, montani e via raccontando. Con tutto questo che c’entra pigliarsela con Napolitano? Se non sbaglio forse l’unico Presidente della Repubblica italiana venuto fin qui, l’altro, quello del Consiglio un po’ scaduto, si fermava prima e per non correre rischi le sue “cocorite” le prendeva da fuori caricate subito sull’aereo di tutti ma con destinazioni molto personali.