lunedì 9 febbraio 2015

la GRANDE SCOPERTA, eppure io l'avevo prevista quasi due mesi fa

Ed era una scoperta banale, improvvisamente (lo scrivevo su FB) avevo notato di viaggiare sulla 131 sarda immerso in un nuvolo di targhe che cominciavano con E e  seguita, sempre quella E, da lettere in fondo all'alfabeto, qualcuna anche tipo EW. Eppure fino a qualche giorno prima vedevo delle "D" e io CM mi ero immatricolato più di 10 anni prima (giugno 2004). La segnalazione, ottimistica, fatta su FB, aveva ricevuto degli allegri insulti dagli "amici" con cui sono in rapporto di tranquilla e contrastata opinione. Poi arrivò la notizia dei centomila nuovi assunti di dicembre e di nuovo mi commentarono che era tutta propaganda, chissà come li avevano assunti e a fare poi cosa, visto che non si vende e tutti si suicidano e bruciano cassonetti e pure altro.
 
E adesso? Adesso improvvisamente tramite il suo supplemento AFFARRI e FINANZA Repubblica spara un titolo
 
Auto, meccanica, Nordest
venti di ripresa sull'Italia
a spingerli euro e petrolio
 
e così tutto all'improvviso da un giorno all'altro. Poi mi viene un dubbio, ad esempio la Fiat, o come si chiama, si era certo accorta dell'aumento delle vendite dell'11.2% in dicembre, tanto che oggi ha deciso di eliminare delle cassa integrazione. Così come il comparto macchine utensili nel IV trimestre gli ordini sono aumentati del 19.1% non solo dall'estero, anzi dal mercato interno e le macchine utensili significa che chi ordina prevede LAVORO.
 
Ma perché i titoli oggi? Perché si son convinti che il Governo tiene botta, che il PD, si spera, ha messo la testa a posto, che Renzi ritiene di non dipendere dai voti del NO-CAV, che insomma ci si può fidare perché i soldi ci sono e tra quando decidi di investire e quando puoi usare quel che ti serve passano almeno sei mesi e potrà essere tardi, qualcuno ci ha pensato prima di te e tutto questo perché i maledetti soldi ci sono e chi li ha non ci guadagna niente a tenerli fermi e ha capito che il problema più grosso, lo STOP AND GO (cioé la mano d'opera che devi tenere comunque) in parte è risolto.
 
Sarà vero? Certo i segnali ci sono e, anche la Grecia, son solo cazzi loro!

domenica 1 febbraio 2015

giolitti, andreotti, Palmiro Togliatti... ???

A leggere i giornali oggi sembra sia accaduto l'impossibile, eppure nella realtà politica italiana non mancano i precedenti di grandi navigatori del mondo politico italiano, il qual mondo politico italiano è quasi sempre una cattiva (e nello stesso tempo sincera) rappresentazione della realtà nazionale. E così per comodità, ma anche per simpatia (e forse anche scarsa conoscenza della storia italica) dal gran calderone "democratico" prendo a riferimento tre figure importanti due delle quali che hanno governato ufficialmente (Giolitti e Andreotti) e la terza (Palmiro Togliatti) che ha molto influito intanto per bloccare e salvare l'Italia da possibili COLONELLI (vedi Grecia) e poi nel formare una nuova leva dirigente che in qualche modo avvicinasse il "proletariato" italico al potere democratico attraverso un insieme di strumenti operativi che andavano dalla culla al funerale e calibrati in modo da accogliere il maggior numero di aderenti e contemporaneamente potessero dare forma e sostanza alle nuove generazioni.
 
Togliatti nasce nel 1893, si laurea brillantemente sotto la guida di Luigi Einaudi (!) e pur riformato per la miopia entra come volontario nella Croce rossa da già iscritto al Partito Socialista (1914), poi, modificati i criteri di arruolamento, chiederà di andare fra gli alpini. Finita la guerra, è storia nota, la fondazione del PCI con Gramsci, Terracini e Tasca e inizia il continuo navigare fra le varie frazioni  e sottofrazioni sia a Mosca che in Europa. Ma non è questo che interessa, ma la sopravvivenza fisica e politica di Togliatti che comportò anche momenti oscuri, come in Spagna dove i suoi nemici erano certamente franchisti e fascisti ma anche tutti quei combattenti che avevano posizioni contrarie a Mosca e in particolare quindi anche contro gli anarchici che furono letteralmente mandati allo sbaraglio e decimati. Poi c'è la guerra, le vicissitudini della resistenza e, infine, la svolta di Salerno che portò il PCI, in accordo con Mosca, a privilegiare la lotta antifascista alla eliminazione della monarchia e di conseguenza l'ingresso nel CLN. In tutte queste fasi il riferimento erano sempre l'URSS e Stalin poi piano iniziò una evoluzione che portava comunque al consolidamento in Italia del Partito anche perché gli accordi di Yalta assegnavano l'Italia agli USA, con la Russia che arrivava fino al confine orientale con Trieste TLT (territorio libero con Zona A controllata da americani e inglesi e zona B sotto controllo slavo), il quale confine era controllato dallo Yugoslavia di Tito..
 
Nel 1948 il Fronte Nazionale (PCI-PSI) ottiene il 30,8%, nel 1953 il PCI da solo arriva al 22.6 con il PSI (di Nenni) al 12,7%. Ed è proprio in queste elezioni che viene eletto deputato Napolitano, classe 1925 e quindi 28 anni e nel PCI rappresenta l'ala "liberaldemocratica" anche se accetta per disciplina SEMPRE la linea ufficiale del partito. Vien da pensare che a volte tra Togliatti e Napolitano ci sia stata sintonia, in fondo l'ambiente intellettuale primario di formazione era "liberals" e la preoccupazione principale del PCI all'epoca, e non solo, era quella di evitare scontri che avrebbero potuto portare alla messa fuori legge se non alla guerra civile. Comunque lentamente i risultati elettorali migliorano  di qualche punto (25.3 nel 1963), (26.9 nel 1968), (27,2 nel 1972) e poi il picco del 1976 con il 34,37 sotto la guida di Berlinguer, per scendere al 30,38 3 anni dopo (1979) e poi il solito trend, come nel 1987 con il 26,57. In fondo il 25 e qualcosa per cento di Bersani è lo standard con l'improvviso 40% delle ultime europee.
 
Tutto questo per dire che quando arriva il "fenomeno" RENZI in qualche modo il Napolitano che si avvicina ai 90 anni vede l'occasione di una lunga vita politica e trova in Renzi quel carattere e quelle opportunità tante volte perse di portare il PCI, oggi PD, finalmente al Governo e su posizioni difendibili anche negli anni futuri e la stessa elezione a Presidente di Mattarella sembra quasi la conclusione di un percorso iniziato con Moro, senza quelle tentazioni berlingueriane di assolutismo culturale che alla fine rinchiudono il partito, qualsiasi partito in un ghetto INUTILE.