martedì 7 luglio 2015

GRECIA? no grazie, CIVIS ROMANUS SUM

 
Dev'essere una deformazione culturale la mia, del resto inevitabile non avendo compiuto il percorso tipico di un italico che mira ai grandi destini, quello che parte dal GINNASIO (2 anni) e poi i solenni tre anni del LICEO (che è tale solo se è CLASSICO).
 
E dev'essere così perché in questi giorni tutti i giornali e altri supporti adatti ad esprimere concetti si sono riempiti di ricordi e accenni al grande PASSATO (proprio così, come quello dei pomodori, PASSATO!).
 
Qualcosa di vero ci dev'essere stato effettivamente visto che solo verso il 200 prima di Cristo Roma entra in rotta di collisione con uno dei tanti frammenti di Grecia. Già perché i latini ne avevano le palle piene di queste imbarcazioni, che oggi diremmo corsare, che venivano a intralciare i commerci dei "barbari" romani e depredarli dei frutti del loro lavoro. Erano quindi già passati più di 500 anni da quando quei rozzi migranti, che venivano dal NORD, avevano varcato le Alpi e bordeggiato l'Appennino sul lato a OVEST fino a fermarsi in quello che si chiamerà Lazio, stando sempre nel piano. Già c'erano stati altri migranti che prenderanno il nome di Umbri, Volsci, Sanniti, Marsi e Sabini tutti di origine indo-europea o, comunque, provenienti dal freddo alla ricerca quindi di luoghi con climi migliori per vivere e riprodursi. In quei 500 anni in qualche modo avevano colonizzato quei cugini, imparando l'arte dell'integrare e assimilare, più che dominare. Già cominciavano a scendere ancora più a Sud, il mare diventava fonte di novità, di conoscenze, di avventure e di commerci. Quei commerci ancora poco conosciuti ma ben noti alle popolazioni che erano arrivate a Sud e che in climi meno rigidi avevano raggiunto benessere mai immaginabile per quei rozzi coloni.
 
Ed ecco qui la premessa fondante del futuro che permetterà ai latini di raggiungere dimensioni inimmaginabili anche nell'oggi: integrare in un unico comando e sistema popoli così diversi per origini ed economia. Integrazione vera, di lingua, di costumi, di diversità religiose e di tradizioni di cui approfittarono poi i cristiani per assumere posizione dominante, facile premessa di nuove disgregazioni.
 
Ed è qui la grande novità dei LATINI rispetto ai greci, quella di uscire dalla gretta difesa dei piccoli territori, difesa in gran parte anche garantita dalla struttura sociale con il potere in mano a una minoranza (che "democraticamente" decideva sulla pelle della grande maggioranza "schiava". Schiava per origine o, molto più spesso, perché perdente nelle eterne guerre).
 
Passarono i secoli, quelli bui e quelli del Rinascimento, stranamente i luoghi d'origine dei "barbari" si organizzarono meglio degli antichi latini anche per il prevalere dei vincoli sociali sui diritti individuali e nel territorio italico ancora oggi si nota questa netta distinzione socio-territoriale con un Nord (Ovest o Est senza grandi distinzioni) più disponibile al bene comunitario e un Sud più orientato verso un dominio di pochi (più o meno illuminati) sui molti, fino a poco fa poco organizzati.
 
Non so se questa analisi sia corretta, ma in questa direzione mi spingono proprio le maledizioni scagliate contro il Nord Europa e le rievocazioni dei CONTAFAVOLE dell'antica Grecia che dettavano le loro lezioni ai pochi liberi in un mondo di molti schiavi.